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Antologia

critica

2000-2014

Hanno parlato di Anna Napoli, Dott. Gaetano Lenti, Dott.ssa Daniela Pronesti', Dott Federico Napoli, Prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo, Prof. Silvano Salvadori...........Andrea Pignataro, PROF.SSA LUCETTA RISALITI

RECENSIONI 2014

 


2014 Dott.ssa Melania Continanza, psicologa, psicoterapeuta.

Sulla collezione: Atmosfere Mediterranee (Ombrelloni)

Pubblicazione

Anna Napoli riflette nella sua pittura l’esperienza del vissuto: la lontananza e la vicinanza, la memoria; i suoi ombrelloni mi attraggono nella dimensione del ricordo sia esso l’estate appena finita o l’estate sbiadita dell’infanzia lontana. La memoria venata da leggera malinconia non è rimpianto e la solitudine degli ombrelloni non è tristezza ma consapevolezza dei confini dell’essere umano. Anna Napoli offre a chi guarda la sua pittura un percorso emotivo che integra e unisce cuore e mente, presente e passato, il bambino dentro di noi con il vissuto dell’adulto, in un’armoniosa sintesi che nutre gli occhi e fa bene all’anima.

 

2014 Dott. Gaetano Lenti, psicoterapeuta, scrittore, pittore.

Sulle collezioni: Atmosfere Mediterranee e Gente dei Nebrodi, gente di Sicilia

Mostra presso Cantine Villa dei Medici a Cerreto Guidi (Firenze)

Questi rossi fuoco in cui riposano e vanno uomini carichi di anni e di esperienza, che creano atmosfere sospese sul mistero dell’esistere; questi azzurri di cieli e di mari così pregni di solitudine dove tracce di vissuto creano malinconie; e poi queste nature morte, lembi di mercato, quali, pesci, peperoni o fichi d’india, registrati nei primi piani, sono i temi che fanno vibrare il pennello della pittrice Anna Napoli. Malinconia e nostalgia d’un mediterraneo colto nella sua anima. Una potente sintesi di realtà assorte a simboli; una bellezza espressa, ma ancora più suggerita quasi struggente perché resa in una sorta di contemplazione. Una pittura che informa d’una realtà e la racconta nelle emozioni che provoca, nelle visioni che suggerisce e fa pensare.

 

 

RECENSIONI 2013

 

2013 Dott.ssa Daniela Pronesti’, critica d’arte.

Mon Amour

Mostra personale presso galleria Atkinson, Chicago, Stati Uniti

La serie Monamour è una dichiarazione d’amore resa per tramite della pittura: amore per la capacità evocativa del colore, l’avvicendarsi ritmico delle forme, le piccole e semplici cose che l’arte trasforma in simboli universali. Niente è più fragile di un bocciolo di rosa il cui stelo si è trasformato in un filo sottile, teso all’inverosimile, come la fune su cui l’acrobata sfida le leggi dell’equilibrio. Eppure, proprio in questa precarietà – sembra dirci l’artista – risiede il mistero della bellezza, che è incanto breve, visione fugace, rose, i cui contorni appaiono incerti, a tratti tremolanti, tanto in natura quanto in ogni manifestazione dell’esistenza. Un significato che le sue opere declinano ora attraverso il rapporto armonico dei colori ora attraverso la potenza espressiva del contrasto, in un’alternanza di segmenti formali e cromatici da cui dipende l’intonazione astratta della composizione. Del paesaggio mediterraneo – presenza cara e ricorrente nel suo repertorio visivo – non resta che l’essenza primaria, fatta di luce e colore, di memorie antiche e suggestioni ineffabili.

Osservando le stesure che colorano la scena, si avverte, infatti, l’eco lontana della natura: un orizzonte marino infuocato dal sole, il chiarore del crepuscolo mattutino, i marroni e gli ocra della terra ammantata dall’autunno: su questi fondali, già di per sé evocativi, si stagliano una o più rose, i cui contorni appaiono incerti, a tratti tremolanti, come se vibrassero in conseguenza della luce che li avvolge. Questo effetto comunica il senso di una fuggevole apparizione, che si offre allo sguardo nell’istante stesso in cui la meraviglia del creato si manifesta. Un istante che l’interpretazione pittorica cattura e conserva, perpetuandolo e rinnovandolo nel tempo. E se il concetto d’amore sottende anche il senso di appartenenza, queste opere sono il risultato della devozione dell’autrice verso ciò a cui sente di appartenere, ovvero un’idea della pittura che si nutre delle profonde emozioni che nascono dalla contemplazione dello spettacolo naturale. Emozioni che permeano l’immagine dipinta, rendendola una vivida testimonianza del continuo fluire della vita nell’arte e dell’arte nella vita.

naturalistico lascia posto ad una pittura di sensazioni, senza tuttavia cancellare l'impronta originaria del paesaggio.

che convivono nella sintesi cromatica dello sfondo, dove lo scenario naturalistico lascia 

 

2013 Anna Napoli, artista, pittrice.

Mostra Personale

Atmosfere Mediterranee, Orme e Visioni presso l'Istituto di Cultura Italiana, di Colonia, Germania

Per natura sono curiosa, la bellezza della natura, la bellezza degli esseri umani, la bellezza delle opere degli esseri umani hanno fin da giovanissima età nutrito il mio cuore, la mia mente ed anche a livello sensoriale il mio fisico. E’ come avere fame, fame insaziabile di bellezza. L’arte mi suscita stupore, meraviglia, amore. L’arte l’ho sempre cercata in ogni dove ed ha esercitato un’attrazione incontenibile ed irresistibile. L’ammirazione e lo studio per i grandi maestri sono sempre stati nutrimento per la mia anima. L’arte come espressione della bellezza è l’arte che m’interessa particolarmente. Non era un cammino consapevole all’inizio, la sentivo in potenza e ad un certo punto non mi è bastato più guardarla e questa potenza si è trasformata in coraggio. I quadri  che sono presenti in questa mostra sono il risultato di un lavoro che ho iniziato ispirandomi alla mia terra d’origine la Sicilia. Ho lasciato la mia terra all’età di 9 anni, sono figlia dell’emigrazione, per essere più vicina ai miei genitori, che avevano già lasciato l’isola quattro anni prima, per trasferirsi in Svizzera e trovare un lavoro e un ambiente economico più sicuro. Questo breve periodo dell’infanzia passato nella mia isola è stato per me fonte d’ispirazione, ricordi, immagini, paesaggi e volti che riaffioravano. Questi quadri non rappresentano la Sicilia, rappresentano la mia Sicilia. La terra della mia infanzia ritrovata da adulta; sintesi di sentimenti di una fenomelogia oggettiva e spirituale, cioè di luoghi, di persone, di natura, ritrovati e trasfigurati da linee e colori. Tramite questi colori ho voluto cogliere l’anima di un contesto oggettivo, delle persone e delle cose che lo abitano. Per dare espressione a questa trascendenza o anima della realtà da me vista, sentita, pensata, elaborata, ho fatto uso di alcuni colori che a mio avviso meglio la rappresentano; colori caldi come giallo e rosso con tutte le sfumature. Il giallo per esprimere la solarità della terra, il rosso per esprimere il carattere forte della gente. Ho usato anche il blu oltremare e il blu di Prussia, colori fortemente evocativi, per esprimere la profondità del mare e l’immensità del cielo. Ringrazio l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia per questo invito a esporre le mie opere presso la propria Sede.

RECENSIONI 2012

 

2012 Alessandra Bruscagli, giornalista.

Atmosfere Mediterranee, Gente dei Nebrodi, gente di Sicilia

Mostra personale presso Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles

Le caratteristiche, le peculiarità, i profumi, i colori, della terra natale insieme al suono delle parole dialettali, i rumori che accompagnano la semplicità del quotidiano non hanno rappresentato per Anna Napoli un elemento decorativo esteriore, ma hanno costituito, come accade nella maggior parte delle persone, un´intelaiatura, un sostegno, un´armatura mentale e sensoriale dove hanno trovato collocazione tutte le percezioni e le impressioni posteriori. Se poi il paese natale si trova nell´antico paradiso dei cerbiatti sui Monti Nebrodi e se la persona di cui si parla è un´artista sensibile e appassionata come Anna Napoli, è chiaro che il suo immaginario fantastico ha assunto vigorose valenze emotive che si rilevano nell´originalità dei suoi dipinti.

Un´interiorità ricca, legata ai vissuti della prima infanzia nell´ardente Sicilia portano la donna a vivere intime emozioni positive e la pittrice a renderle "vive" nei suoi quadri, una felice elaborazione del passato attraverso un linguaggio espressivo, mai inquietante, mai allusivo, mai pietrificato, mai malinconico. Un linguaggio emozionale che tradisce il suo amore per un espressionismo discreto, sereno, gioioso che si snoda e si evolve in un "gioco" di pennellate dai cromatismi incisivi ed efficaci che riescono ad ammantare le immagini di mistero e di magia, in una realtà sì immaginata, ma alimentata da profonde radici che affondano nella rievocazione di arcane memorie che sanno di luoghi incantati, di atmosfere rarefatte a svelare soffi segreti e lontani, impressi nel fondo di un´anima bambina.

Basterà avviarsi a visitare "Atmosfere Mediterranee" e le opere che la compongono per trovarsi a vivere un´inedita e autentica avventura artistica, immersi in un silenzio vibrante di ricchezza spirituale: guardiamo ad esempio il dipinto intitolato "Case sul mare" e lasciamoci irretire dall´azzurrità delle onde che circondano le abitazioni in un abbraccio totale, esclusivo, un abbraccio che non ci fa capire dove finisce la distesa liquida e iniziano le antiche mura dalle tante finestre dalle quali "escono" le candide tende che sembrano tanti panneggi tra le cui pieghe forse si nasconde la quotidianità della gente che le abita, le fatiche, le gioie, le paure vissute in simbiosi con l´immensità del mare. Proseguiamo il nostro "viaggio" tra i dipinti di Anna Napoli e andiamo ad ammirare "La barca" e "La porta", tutti sanno che una porta chiusa è segno  di distanza, di distacco, ma in questo caso no, guardandola si ha l´impressione che questa chiusura soffusa di colori e di segni sia una porta magica che non ci allontana, tutt´altro, ci invita ad entrare, a scoprire ciò che conserva, che racchiude, forse una principessa, un cavallo magico, uno scrigno prezioso. Ognuno di noi vi troverà qualcosa di diverso ma sicuramente sarà una cosa bella, una storia ricca di fascino e tutti noi vorremmo aprirla piano pano, magari ci aspettiamo uno scricchiolio del legno ma non sinistro anzi invitante perché è questo che la sua autrice ci "promette" con la sua pittura fatta di energia armonica e genuina. E che dire della barca solitaria con un remo ed un panno abbandonati al suo interno. Di solito una barca senza persone, senza uno sfondo paesaggistico, dà l´idea della solitudine, ma questa no, ha un aspetto accogliente, attraente e sembra dire: - Dai sali, il remo c´è, che aspetti? Facciamo una gita su questo mare sfumato di viola e di rosa dove la luce del sole filtra e accarezza -. "La masseria assolata" narra della campagna dove i gialli riportano alla mente il colore delle messi mature e i tetti rosati ci raccontano della speranza innata nei lavoratori della terra nell´attesa della bella stagione, della speranza per un buon raccolto o per la clemenza della tempesta.

E ancora "Cupole rosse a Palermo", scorci di rioni, campanili e paesaggi ci dicono come Anna Napoli non si pone di fronte ad un luogo per ritrarlo, ma entra direttamente nei loro interni, li scava, ne scopre le luci e le ombre e ce li restituisce con spontaneità condividendo con noi stupori e meraviglie e mai si avverte il fluire del tempo, quasi in un´eternità possibile che accarezza l´idea di una esistenza che non si pone confini, di un mondo lontano dalla tristezza, dalla precarietà, fatto di piccole cose, di fantasie, un mondo pulito senza contaminazioni negative o simbolismi inquietanti, senza dubbi angosciosi, forse utopico ma tanto consolatorio che fa bene al cuore.

Ci sarebbe ancora tanto da dire sulle opere esposte in questa personale ma lo spazio è tiranno, ma non possiamo concludere senza porre l´accento sulle figure della gente di Sicilia: "I giocatori di carte al porto", sulle figure anziane di "Nebrodi 1 - 2 - 3" o sulla "Donna con noci", persone abituate ai lavori più umili e faticosi, espletati per anni non con rassegnazione, ma con accettazione forse appresa dal vivere in comunione con la natura, grande maestra troppe volte inascoltata, con quell´accettazione che non annulla i sentimenti, anzi li coltiva e li fa crescere con il calore della lentezza degli sguardi, dei gesti, dei moti dell´anima. In "Ombrelloni rosso e verde", dove l´artista ha delineato le sagome di due eleganti e alti ombrelloni colorati, piantati dritti, vicini, l´uno accanto all'altro, proprio sulla riva quasi a sfidare i venti marini e la violenza delle grandi ondate è facile riconoscere la metafora della vita di coppia, della vita umana, della vita insieme e un suggerimento di come affrontarla: uniti e con coraggio, sfidando le contrarietà.

"Atmosfere Mediterranee" è una mostra significativa che segna una tappa importante nell´iter pittorico di Anna Napoli e nel panorama artistico italiano, ospitata in un luogo prestigioso come l´Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles. Una esposizione che propone orme che rimangono, visioni che accompagnano e illuminano una quotidianità non sempre soddisfacente, ma attraverso queste immagini nate dai luoghi dell´anima si può riuscire a trovare la spinta, la voglia di cambiare in meglio il nostro microcosmo e quello di coloro che ci circondano. E come si sa il compito dell´arte è quello di comunicare e il messaggio che riceviamo dalle opere di Anna Napoli è questo: "Guarda al di là delle porte chiuse, delle apparenze ingannevoli, cerca negli spazi velati, e ti verranno incontro immagini insospettate, storie nuove tutte da inventare". O da reinventare e sappiamo bene di quanto la nostra società abbia necessità di ricevere certi stimoli, certi suggerimenti a volte del tutto inconsapevoli ma non per questo meno importanti e necessari.

 

RECENSIONI 2011

 

2011 Alessandra Bruscagli, giornalista.

Atmosfere Mediterranee, Gente dei Nebrodi, gente di Sicilia

Mostra Personale presso Caffè Bar, Sesto Fiorentino, (Firenze)

 

Per capire meglio il linguaggio artistico di Anna Napoli bisogna dire che è nata a Castel di Lucio, antico paese normanno sui Nebrodi, dove ha trascorso la prima infanzia.

E poi gli studi a Firenze, Milano, Zurigo, Inghilterra, per il disegno è stata allieva della scultrice Mary Ann Lucchetti, ma il periodo siciliano le è rimasto nell´anima: i colori cangianti del mare, la natura feconda e rigogliosa, i dettagli architettonici impressi nella memoria del cuore, le atmosfere mediterranee con i loro profumi inconfondibili sono parti integranti del suo animo sensibile e Anna Napoli non poteva non riversare sulle tele tutte quelle sensazioni vissute nel dorato periodo dell´infanzia, emozioni che appartengono alle forti radici che la legano alla sua terra d´origine. Ne sono nate eccezionali opere soffuse di suggestioni evocative frutto di un´accurata quanto peculiare ricerca che l´ha portata a creare fondi caliginosi e affascinanti, aloni sottintesi dai quali pare emergere l´immagine voluta, quasi si trattasse di un velario misterioso che si apre e rivela un mondo magico, fiabesco, quel mondo incantato che si può scoprire solo agli inizi della vita. Prendiamo ad esempio “La porta” che illustra questo articolo: una porta chiusa di solito è un simbolo di distanza, di distacco, ma in questo caso non è così. Guardandola si ha la voglia di aprirla piano piano, magari ci si aspetta anche uno scricchiolio del legno, ma non sinistro, anzi invitante e non vediamo l´ora di intrufolarsi là dentro per scoprire le meraviglie che nasconde. 

2011 Alessandra Bruscaglia, giornalista.

Atmosfere Mediterranee, Gente dei Nebrodi, gente di Sicilia

Mostra personale presso Banca di Cambiano, Montelupo Fiorentino (Firenze)

 

Ottima la scelta delle otto opere di grandi dimensioni che l´autrice propone in questa sua ultima mostra, ottima nel senso che sono tutti dipinti che riescono a "raccontare" al meglio non solo il linguaggio espressivo della Napoli, ma anche il suo "progetto" artistico che sembra "giocare" in tutta libertà in una vera e propria palestra di emozioni che si esprimono magistralmente attraverso una poetica ricca di magia e di mistero. Ne è un esempio lampante il quadro intitolato "Cupole rosse a Palermo" che pare un paesaggio da favola uscito dalla memoria di una "artista-bambina" che ha conservato intatta la capacità dello stupore, della meraviglia. Non è difficile capire quanto grande sia il legame di Anna Napoli con la terra, intesa come terra-madre, ce lo dicono i grandi tronchi feriti dagli anni e dal dolore del vivere, ma anche la vivacità e l´armonia dei fiori che appaiono in "Anatomia celeste", "Essenze arancio" e "Mattino d´estate", dai quali traspare una grande sensibilità interiore e un amore immenso, una scintilla preziosa che riverbera tutte le luci del cuore e i colori che sanno riprodurre il valore incommensurabile degli elementi primordiali che ci appartengono.

RECENSIONI 2010

 

2010 Dott. Gaetano Lenti, psicoterapeuta, scrittore, pittore.

Atmosfere Mediterranee, Gente dei Nebrodi, gente di Sicilia

Mostra personale presso Villa Voegel, patrocinata dal Comune di Firenze, Quartiere 4

 

Può accadere che in un dato momento della propria vita, seppure oberata dal lavoro, dalla famiglia, pur avendo forti relazioni amicali, o presi dalle varie passioni o conseguenti hobbies, che la impegnano la vita, si senta l´esigenza impellente di guardare indietro o meglio di sentirsi irresistibilmente attratti da un proprio passato.

E in quel passato che può essere d´infanzia e di pre-adolescenza si collocano visioni, emozioni, ricordi.

E queste visioni: ricordi, emozioni, orme, tracce ti agiscono dentro e come un´ossessione mantica ti seguono, ti stimolano a nuove avventure dello spirito, sicché diventano fonte d´ispirazione per un nuovo cammino creativo.

E´ quanto è accaduto ad Anna Napoli.

Con malinconia ed inquietudine, e frenesia, la Napoli sente il bisogno di tornare in quella terra d´infanzia, per rivivere e riscoprire ciò che la costituiva allora. Là stavano le sue radici, alle quali avvertiva di appartenere ancora.

Nascono allora nuove visioni, si originano nuovi sogni, animati da una passione e da una esigente emozione creativa.

Da questi cardi, questi olivi saraceni, questi paesaggi, volti, queste case, che assemblano questa mostra.

Tornando indietro, l´artista si trova ad avanzare in quel tempo, a ripercorrere tracce, a identificare segni, a sentirsi lievitata in quella materia che le si trasmette in un nuovo immaginario artistico.

"Il pastello mi ha permesso di dare espressività alla materia rappresentata in un modo agile, veloce, luminoso, fresco, più legato all´emozionalità del segno che alla riproduzione materiale del segno che alla riproduzione materiale dell´oggetto. Questo in un primo momento e soprattutto nei cardi e negli olivi saraceni".

Successivamente l´artista passa all´acrilico, che le dà la possibilità di formulare nuove trasparenze di colore, e maturare la materia oggettuale tramite più strati di pigmento pittorico.

Ciò le consente di raggiungere effetti vibranti, quindi da un segno quasi vaporoso del pastello passa ad un segno incisivo, marcando quasi l´oggetto. Questo operare è suggerito alla Napoli dalla linearità necessitata da quel dato paesaggio o da quell´oggetto, che le si manifesta sì pregno di luce, ma pure solido e potentemente consistente.

In questo itinerario Anna Napoli si riappropria, tramite l´oggetto, dell´anima della sua terra dalla quale si era allontanata dalla prima adolescenza.

Questa riappropriazione avviene in concomitanza con un approdo culturale olistico dei sensi e attraverso stimoli letterari e intellettuali.

Il risultato è che l´imprinting del vissuto pre-adolescenziale si trasforma in un nuovo linguaggio pittorico che tiene conto inevitabilmente delle strutture e sovrastrutture culturali che l´io nel frattempo ha maturato negli anni.

"Comunque - dice la Napoli - nonostante questo bagaglio strutturale e sovrastrutturale acquisito nel tempo, tornando nel luogo della mia infanzia, le emozioni e le impressioni sono state talmente forti da sentirmi ineluttabilmente obbligata ad esprimerle".

 

2010 Dott.ssa Daniela Pronesti’, critica d’arte.

Sulle collezioni: Atmosfere Mediterranee e Gente dei Nebrodi, gente di Sicilia, Orme e Visioni

Mostra personale presso Villa Voegel, patrocinata dal Comune di Firenze, Quartiere 4

 

Nei dipinti di Anna Napoli il mondo è un alfabeto di immagini prime che sgretolano il tempo per rivivere nello spazio pittorico con tutta l´essenzialità della loro bellezza.

I ricordi, che spazzano via la polvere della memoria, non hanno però necessariamente il volto della malinconia o del rimpianto, ma sono un ritaglio di vita che si trascina al fondo di un colore, sono il rovescio dell´onda che fa chiarezza nel passato e mostrano un orizzonte limpido, un panorama finalmente rasserenato.

E´ soprattutto il colore che la Napoli affida tanto la definizione strutturale delle figure quanto, soprattutto, la tessitura luminosa e l´intensità espressiva.

Nei pastelli la tavolozza si arricchisce di toni accesi e vibranti che trasfigurano il tema rappresentato in pura armonia cromatica: fiori di cardo come forme stellari e incastro di linee, alberi d´ulivo come uomini indelebilmente segnati dal passaggio del tempo.

Nella serie degli acrilici dedicati al tema del Mediterraneo la gamma cromatica si schiarisce, e i colori, attenuati per effetto della luce e dell´ombra, definiscono le superfici, stagliano i contorni, accentuano i volumi.

Gli impasti diminuiscono di spessore, le cromie si fondono le une alle altre e la stesura pittorica si fa armoniosa ed intensa.

In questi dipinti gli uomini acquistano la stessa forza morale della roccia, mentre una figura di donna, piegata dal tempo e dalla fatica, sembra indicare a chi guarda quanto importante sia nella vita tenere fede alla propria dignità.

Anche il paesaggio è una presenza intensa, mai scontata e narrativa: gli scorci marini o le cupole rosse di un´antica cattedrale sembrano affiorare dalla tela come destanti da un sogno e restituiti al presente senza disperdere nulla del loro valore affettivo.

Ma lo spazio in cui l´artista li colloca non è reale, misurabile, logico, ma è interiore, illimitato, senza tempo.

Nel ricordo i contorni si sfumano, i dettagli si perdono, le forme si confondono: ciò che resta, veramente, è il fondo delle cose, le ragioni che le hanno ispirate, I momenti della vita a cui sono legati, gli attimi di pura gioia che li hanno accompagnati.

 

2010 Dott.ssa Daniela Pronesti’ e Filippo Lotti, critica d’arte e curatore d’arte.

Atmosfere Mediterranee, Gente dei Nebrodi, gente di Sicilia

Mostra personale presso Villa Voegel, patrocinata dal Comune di Firenze, Quartiere 4

 

Nei dipinti di Anna Napoli le immagini disgiunte da un contesto realistico, non assolvono ad una funzione narrativa, ma, come fotogrammi riemersi dalla memoria del tempo, aprono lo scenario del ricordo con tutto il suo contenuto emotivo. I colori, ora accesi e vibranti, ora sfumati e densi di luce, sono lo strumento di cui l´artista si serve per restituire allo spettatore l´emozione che nasce dalla rievocazione del passato o dall´osservazione della natura. E mentre il ricordo dell´infanzia è legato alla tenerezza dei volti e dei luoghi che hanno accompagnato i suoi giochi di bimba, lo studio della natura accende il suo spirito creativo e lo indirizza verso l´elaborazione di un linguaggio espressionista caratterizzato da una vigorosa e plastica essenzialità. 

 

RECENSIONI 2009

 

2009 Dott. Walter Fabbri, critico d’arte, giornalista.

Le ferite del tempo

 

Le sei opere di Anna Napoli attirano “lo sguardo” e sembrano emettere energia, una bella energia che ti guida nel segno, ora lineare, ora tortuoso, di una evoluzione dell’immagine a pastelli e con colori tenui e decisi.

 

2009 Dott.ssa Valentina Tovaglia, critica d’arte.

Le ferite del tempo

Anna Napoli ci intriga con le opere della serie “Le ferite del tempo” (ulivi saraceni): uno sguardo sul mondo naturale, che si materializza nelle forme tormentate di tronchi di ulivo, realizzati a pastello su carta.

 

RECENSIONI 2008

 

2008 Dott. Gaetano Lenti, psicoterapeuta, scrittore, pittore.

Mostra Personale: La stagione dei Cardi

"Quanto più li guardavo più li dovevo guardare" mi confidava Anna Napoli parlandomi del suo incontro con i cardi di Sicilia, terra della sua infanzia.

C´è un´estate assolata in questi dipinti, e pure un´associazione di climi, di atmosfere dove i colori-cardi spiccano e sfumano.

Sono cose che il sole ardente stempera e liquida nelle densità delle brume.

La bellezza che vorresti trattenere per perpetuarne il godimento, data dalla sua contemplazione, ma che cade nella ineluttabilità del suo non-perdurare, è trasformata dall´artista in un linguaggio pittorico di forti impressioni.

In essi confluiscono altre memorie, sicché si creano nuove ludiche invenzioni. Allora il grigio perlaceo delle nebbie dei Paesi del Nord fanno da fondali a cardi registrati durante quell´itinerario estivo in terre arse.

E su quelle terre assolate di Sicilia, tra filari di olivi - monumenti secolari e solenni e pure umanissimi nella mimetica antropomorfa - Anna Napoli si fa sorprendere con stupore da ciuffi viola, quei tenerissimi viola traboccanti da calici, che nella invenzione artistica acquistano mille altre diversità di forme e di colori.

Di essi ne coglie insieme alla leggerezza, l´impertinenza spinosa delle foglie. Così la realtà diventa strumento d´arte, e non più l´arte strumento della realtà.

In questi dipinti non permane più niente della incertezza della ricerca inevitabile itinerario alla maturazione d´uno stile.

In essi la pittrice sancisce già un proprio stile, le cui caratteristiche stanno nella incisività del tratto e nella gioiosa levità cromatica.

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